Io sono Libera – il film

Nel 2012, avevo dato via ad un progetto, “io sono Libera“, su usura ed estorsione che prevedeva anche la realizzazione di un film con l’obiettivo di denunciare il fenomeno che stava raggiungendo, come in effetti poi  ha raggiunto, livelli insopportabili per un Paese civile.

Nonostante enormi difficoltà, fu presentata domanda di finanziamento al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBACT) la quale commissione, pur giudicando lodevole il progetto, ritenne di non doverlo sostenere in quanto debole dal punto di vista economico in una logica, tutta italiana, di dare soldi a chi già ha i soldi. Ciò portò a inevitabili conseguenze quali lo scioglimento della compagnia e il quasi del tutto abbandono del progetto stesso.

A quasi 5 anni di distanza, avendo trovando una nuova e seria produzione interessata al film, si sta cercando di rimettere in piedi il progetto ridefinendolo.

Come sempre, la questione principale rimane quella del reperimento dei fondi necessari per coprire le spese di produzione di un film a basso, bassissimo budget, fermo restando la nuova richiesta di finanziamento che verrà avanzata al MIBACT, soprattutto ora che la nuova legge cinema dovrebbe aver cambiato qualcosa sulle tipologie di film da finanziare.

Non solo e soltanto quindi le solite commediole dell’oggi (la vera commedia all’italiana, Scola docet, è un’altra cosa), ma i film difficult (terminologia europea) cioè quei film che per tematica, finalità artistica e precarietà finanziaria sono, proprio per questo, meritevoli di beneficiare del finanziamento pubblico.

Insomma non solo o non più solo VACANZE di NATALE in tutte le salse, tutte uguali e tutte banali, ma qualcosa di più, qualcosa di diverso.

Si riuscirà alla fine a realizzare il film?

Staremo a vedere. Sono abbastanza coriaceo e quindi si va avanti perché alla fine, chi la dura la vince.

A.T.

Premio Enrico Maria Salerno per la Drammaturgia

Motivazioni al premio

VIII Edizione – 2002

 

L’Uomo Nuovo

di Alessandro Trigona Occhipinti

 

La disperazione della vita carceraria e il dubbio sul valore rieducativo della pena sono i temi al centro dell’opera. Il testo si confronta con quella ricchissima tradizione drammaturgica e letteraria che trasforma il carcere in palcoscenico e la prigionia in metafora della condizione umana. Trigona affronta la sfida a viso aperto, frena – apparentemente – sulla metafora e dà spazio alla realtà della galera. La vicenda è quella di una sanguinosa successione al potere fra un piccolo boss incallito e un delinquentello che capisce presto come gira il mondo là dentro. Si dipana una storia fatta di frammenti di vita che appaiono come episodi casuali e che si rivelano invece, a poco a poco, tappe salienti di un percorso obbligato, dalla sottomissione al riscatto: “quasi un “romanzo di formazione” per il giovane delinquente. Sembra scendere i gradini dell’abiezione servile, mentre, al contrario, egli fa della propria sottomissione sessuale lo strumento per impadronirsi dell’anima del boss. Sembra si stia parlando di abuso e violenza sul giovane ed invece si tratta di un disperato bisogno d’amore del suo anziano aguzzino. Un testo che è altro da ciò che appare, dunque. Vari personaggi si aggirano nello spazio claustrofobico della vicenda, ciascuno con un suo compiuto frammento di percorso, tutti insieme a spiare in quelle celle – come dal buco della serratura – brandelli dell’unica vita loro consentita. “L’uomo Nuovo è un testo realistico e di denuncia civile, sì, anche. Ma tutto quello spiare, quello scrutare e scrutarsi morboso di passioni ingabbiate, diventa metafora, oltre che della vita, del teatro stesso. E questo, davvero, ne fa un’opera originale.